Ricordo ancora la prima volta in cui l'ho incontrata. E ripensandoci, a distanza di anni, mi emoziono ancora. Per raccontare il mito di Francesca Piccinini non c'è bisogno di aneddoti, racconti romanzati o ricordi nostalgici: lei è per tutti, anche per i non appassionati, l' icona del volley italiano.
Qualche anno fa i suoi occhi e quella sua tenace, bramosa ed incredibile voglia di continuare a vincere dopo aver vinto tutto, mi ispirarono una lettera che venne pubblicata perfino sulla Gazzetta dello Sport dal titolo "gli occhi lucidi della Piccinini".
Una infinita ammirazione che si è alimentata negli anni e proseguirà a prescindere dal mio dissenso sulle sue ultime affermazioni in merito alle nuove generazioni apostrofate, in post sul profilo social della pluricampionessa azzurra, come "viziate e poco rispettose".
Dissento per molti motivi.
Anzitutto perché la critica alla generazione successiva è uno degli "sport", giusto per restare in tema, più praticati e seguiti nei secoli o almeno nell'ultimo. La generazione dei nostri nonni era migliore di quella dei nostri padri, quella dei nostri padri ovviamente migliore della nostra e, per non essere da meno, la nostra indiscutibilmente meglio di quella futura. Se fosse proprio così non avremmo vissuto negli ultimi cento anni due Guerre Mondiali, Kennedy e Lennon sarebbero ancora vivi... ecc, ecc.
Credo inoltre che definire le ragazze della generazione di oggi "viziate e poco rispettose" sia ammettere che gli esempi offerti, nello sport come nella vita, appartenenti alla generazione "di ieri", non sono stati abbastanza efficaci o valorizzati. Insomma che noi, la "generazione meglio" abbiamo fallito, non siamo riusciti a trasmettere insegnamenti e valori. E per fortuna non è così.
Ciliegina sulla torta a mio parere un po' indigesta: portiamo come inconfutabile prova di questa società di arroganti e viziate l'uso viscerale di tablet e social network, causa conclamata dei mali del Mondo anche se non mi risulta che Lenin e Hitler avessero un profilo facebook o l'ultimo Iphone.
Insomma, sarcasmo a parte, a volte i giovani preferiscono il tablet a sermoni qualunquistici o semplicemente preferirebbero, ogni tanto, essere ascoltati e non solo giudicati.
Per concludere... Mi piace essere ottimista e così cara Francesca continuerò a tifare per te e per ragazze come Diof, Chirichella, Signorile (solo per citarne alcune), giovani icone del volley, nuove "ambasciatrici" di impegno, tenacia, umiltà, solarità.
Mi congratulo con tè, ottimo pezzo!
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